“Giocare per credere”, il presidente Praticò: «Vitale il rapporto tra mondo dello sport e Chiesa»
«Il rapporto tra istituzioni, scuola, famiglia, Chiesa e mondo dello sport dovrà diventare sempre più forte e sinergico per il bene delle future generazioni e per la crescita dei nostri giovani».
Lo ha affermato il presidente del CONI Calabria, Mimmo Praticò, nel corso della conferenza stampa di presentazione del Centro Sportivo Italiano sul progetto “Giocare per credere”. Il massimo rappresentante del Comitato olimpico calabrese, nell'intervenire, ha ringraziato l'arcivescovo metropolita della diocesi di Reggio-Bova, monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, «per la sua attenzione nei confronti dello sport inteso sempre più come un'attività di valore sociale»; poi ha evidenziato «il valore del rapporto che si è instaurato con la Provincia di Reggio Calabria e con i suoi rappresentanti, grazie al quale è stato possibile portare avanti progetti importanti».
Per il presidente Praticò, «il CSI, con il suo presidente Paolo Cicciù sta portando avanti numerose iniziative sul territorio con competenza e professionalità, anche grazie al lavoro dei volontari che lavorano gratuitamente al servizio dei giovani e dello sport. Non è un caso che il progetto ‘Giocare per credere’ coinvolga ben cento parrocchie». In questo contesto, «stiamo lavorando per creare una sempre maggiore capacità di interrelazione e coinvolgimento tra CONI, Scuola regionale dello Sport e CSI Calabria per la realizzazione di progetti che promuovono la pratica sportiva soprattutto tra i più piccoli. E’ necessario – ha detto ancora Mimmo Praticò - fare in modo che i giovani tornino allo sport o si avvicinino per la prima volta all’attività ludica ed agonistica. Lo sport – ha aggiunto - ha una grande valenza sociale ed è un veicolo privilegiato per la formazione dei ragazzi in quanto insegna quotidianamente valori importanti come l’importanza dello spirito di sacrificio, la capacità di non mollare mai e la meritocrazia».
Il massimo dirigente del CONI Calabria ha concluso evidenziando che «scuola, famiglia, Chiesa e mondo dello sport devono rappresentare le tappe del cammino che porterà i nostri figli e i nostri nipoti al raggiungimento dei traguardi che si sono prefissati ma, soprattutto, consentirà loro di diventare adulti, uomini e donne che rappresenteranno la parte più sana della società civile».