È di oggi la riflessione del Vice Segretario Coni Carlo Mornati che tuona come un campanello d’allarme per gli sportivi, per chi ruota professionalmente attorno allo sport e per tutti gli appassionati che vivono quotidianamente di professionismo e dilettantismo sportivo. Una riflessione di Mornati che affonda le radici nella crudezza dei numeri in un 2017 da dimenticare per i team azzurri.
Il rugby azzurro, nell’anno solare, perde otto incontri su otto; la nazionale di calcio di Mister Ventura incassa il 4-0 con la Spagna nelle qualificazione ai Mondiali in Russia, costringendoci ai playoff; il basket agli Europei si arrende alla Serbia ai quarti; la pallavolo raccoglie una doppia batosta agli Europei Maschili e Femminili rispettivamente contro Belgio e Olanda (0-3); anche la pallanuoto si ferma ai quarti nei Mondiali di Budapest con il Settebello e il Setterosa frenati rispettivamente da Croazia e Russia.
Sicuramente un segnale da non sottovalutare, nonostante le recenti Olimpiadi (2016) egregiamente concluse dagli azzurri, che dovrebbe alimentare la cultura sportiva soprattutto a livello dirigenziale e istituzionale con una ferma decisione di permettere al Coni di creare occasioni sportivo-culturali all’interno della scuola.
Qui il pensiero più difficile da portare avanti, qui il momento cruciale da concretizzare nell’apertura della Scuola al Coni, ancor più dei numerosi progetti già avviati e saldamente attivi, in una collaborazione che deve crescere, infittirsi e migliorare per far fronte alla globalizzazione del mondo che stimola la concorrenza dei Paesi emergenti.
L’obiettivo del Coni, attraverso la lungimiranza del Presidente Giovanni Malagò, sarà quello di portare più sport possibili a Tokyo, nel 2020, quando andranno in scena le Olimpiadi, costruendo passo dopo passo nuovi pilastri, rinforzando quanto di buono realizzato fino ad oggi, intervenendo con attenzione chirurgica nei settori, tra le istituzioni e nelle menti degli sportivi solo ed esclusivamente per lo Sport, bene di tutti.