Coni Calabria: inclusione e abbandono precoce dell'attività sportiva, problematiche da affrontare coralmente

Coni Calabria: inclusione e abbandono precoce dell'attività sportiva, problematiche da affrontare coralmente
 
L'impulsività e l'istintività nel dar seguito alle problematiche palesate dal presidente provinciale del CSI, Paolo Cicciù, avrebbero rappresentato un errore grossolano. Il Coni, volutamente, ha lasciato riflettere tutti i dirigenti sportivi e gli enti di promozione su un tema, quello della "povertà sportiva" e chiaramente, salutare, per esprimere un punto di vista che, per certi versi, si andrebbe ad accodare a quanto espresso dall'Atlante di Save the children.
Moralmente il dato è allarmante e andrebbe monitorato con estrema minuziosità, in ottica strategica, per combattere un disagio giovanile e una condizione di vita più generale che diventa invivibile per una fascia, quella dei giovani, condannata purtroppo ad aumentare.
I destinatari dell'intera programmazione che il CONI orchestra quotidianamente, con sforzi profusi di natura organizzativa ed economica, chiaramente si racchiudono nell'età scolare, con attività consolidate nel tempo, da "Sport di classe" a "Coni ragazzi" a "Luoghi di sport' e a tutti i progetti territoriali; la presa di posizione che il CONI ha l'obbligo di tutelare riguarda l'attività sportiva in età scolare.
Il Csi evidenzia, infatti, una lacuna nell'età prescolare, un vuoto impossibile da colmare neanche dalle federazioni considerando le attività di natura agonistica, dagli otto anni in su, ma una problematica per la quale l'ente di promozione, nel silenzio dei restanti dirigenti sportivi, vorrebbe ovviare attraverso delle nuove iniziative che speriamo vivamente possano spronare l'intero contesto.
Apprezziamo, quindi, l'iniziativa lodevole del Csi per colmare questa lacuna ma ribadiamo, nel contempo, le finalità storiche del Coni e la mission, prefissata negli anni, di promozione, in termini di diffusione, della pratica sportiva, partendo proprio dall'età scolare.